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Proverbi e modi di dire italiani e di altri paesi, e quelli tratti dagli strampalati discorsi dell'hidalgo Don Chischiotte col suo scudiero Sancio Panza.

domenica 23 novembre 2008

Proverbi e modi di dire Italiani.



601. I parenti sono come le scarpe: più sono stretti e più ti fanno male.


602. I passi falsi del padrone tolgono ritegno alle serve.


603. I pesci grossi mangiano i piccoli.


604. I più tirano i meno.


605. I politici sono generalmente, di bocca buona e di mano stretta.


606. I poveri si ammazzano e i signori si abbracciano.


607. I ricchi come vogliono, i poveri come possono.


608. I soldi fanno venire la vista ai ciechi.


609. Il bottegaio, quello che tiene ti vende.


610. Il bue crede di andare a pascere e poi ara.


611. Il buon giorno si vede dal mattino.


612. Il buon vino si vende senza frasca.


613. Il caffè dev’essere carico come un mulo, nero come l’inferno e dolce come l’amore.


614. Il caffè dev’essere una via di mezzo tra il cocente della rabbia e il caldo dell’amore.


615. Il caffè mi rende nervoso.


616. Il caffè scaldato è come la vedova rimaritata.


617. Il caffè va bevuto seduto e a piccoli sorsi.


618. Il caldo ammoscia i fichi, le donne ammosciano gli uomini.


619. Il cane morde lo straccione.


620. Il comandare è meglio del fottere.


621. Il culo che non ha visto mai una camicia, quando la vede si caca sotto.


622. Il denaro apre tutte le porte.


623. Il denaro sa volare meglio delle farfalle.


624. Il diavolo è più nero di quello che si dice.


625. Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.


626. Il diavolo non è così brutto come si dipinge.


627. Il diavolo quando è vecchio si fa monaco cappuccino.


628. Il difetto sta nel manico.


629. Il fesso in casa sua vuol fare il dritto in casa altrui.


630. Il figlio muto la mamma lo intende.


631. Il futuro arriva anche per chi non ha passato.


632. Il gioco non vale la candela.


633. Il lasciato è perduto.


634. Il lavoro degli sfaticati si vende a caro prezzo.


635. Il lupo cambia il pelo ma non il vizio.


636. Il maestro è maestro, ma il padrone è capo maestro.


637. Il marito geloso muore cornuto.


638. Il martello d’argento spezza la porta di ferro.


639. Il medico pietoso fa la piaga verminosa.


640. Il meglio è nemico del bene.


641. Il mondo è bello perché è vario.


642. Il mondo è fatto a fossi, uno l’appari ed un altro ti affossa.


643. Il mondo è fatto a scale, chi le scende e chi le sale.


644. Il mondo non fu fatto in un giorno.


645. Il mulino non macina senza acqua.


646. Il palazzo è alto e la signora è sorda.


647. Il parlare chiaro è fatto per gli amici.


648. Il pesce grosso mangia il piccolo.


649. Il pesce puzza dalla testa.


650. Il pignolo vuole spaccare un capello in quattro.


651. Il più conosce il meno.


652. Il pollo si spenna dopo morto.


653. Il polpo si cuoce nell’acqua sua stessa.


654. Il postino suona sempre due volte.


655. Il prete dove canta vi mangia.


656. Il primo amore non si scorda mai.


657. Il primo che si alza comanda.


658. Il regalo che fece Betta alla nipote: aprì una cassa e gli dette una noce.


659. Il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi.


660. Il risparmio non è mai guadagno.


661. Il sangue non è acqua.


662. Il sazio non crede al digiuno.


663. Il silenzio è d’oro e la parola è d’argento.


664. Il solo pensiero di lavorare stanca il pigro.


665. Il sonno è il sollievo delle infelicità.


666. Il suon dell’oro, scioglie le più dure colonne.


667. Il superfluo rompe il coperchio.


668. Il tempo è denaro.


669. Il tempo è galantuomo.


670. Il tempo guarisce tutti i mali.


671. Il tempo viene per chi sa aspettare.


672. Il troppo bene sfonda la cassetta.


673. Il troppo stroppia.


674. Il Turco fatto cristiano vuole impalare tutti quelli che bestemmiano.


675. Il vecchio antico, buttò la scorza e si mangiò la mollica.


676. Il vecchio che sposa la giovincella deve fare la sentinella.


677. Il vecchio deve morire, il giovane può morire.


678. Il vecchio guarda il nuovo.


679. Il vino buono sta nelle botti piccole.


680. Il voler guarire fa parte della terapia.


681. Impedire la maldicenza è come mettere porte alla campagna.


682. In casa piena s’allestisce presto la cena.


683. In chiesa con i santi e in taverna coi ghiottoni.


684. In mezzo al bosco non si trova una frasca?


685. In ogni amico c’è un nemico che sonnecchia.


686. In tempo di carestia pane di veccia.


687. In tempo di guerra ogni ferro è spada.


688. In tempo di tempesta ogni buco è porto.


689. In vino veritas.


690. Indorare la pillola.


691. Invece di districarla sta imbrogliando la matassa.


692. Io dico che piove, ma non che diluvia.


693. Io mi chiamo Antonio Poppi, questi fatti a chi l’appioppi?


694. Io mi chiamo Ciccio, non m’intrigo e non m’inpiccio.


695. Io mi chiamo cucchie, cucchie, questi fatti a chi l’accucchie?


696. Io mi chiamo Donna Vincenza e ai fessi non do udienza.


697. Io mi risparmio la moglie e gli altri se la fanno.


698. Io vengo dal morto e tu dici che è vivo?


699. L’abito è piccolo ma è pieno di devozione.


700. L’abito non fa il monaco.


701. L’acqua corre al mare.


702. L’acqua è poca e la papera non galleggia.


703. L’acqua fa marcire i bastimenti a mare.


704. L’altezza è mezza bellezza.


705. L’amore è come il vino in fiasco, la sera è buono e la mattina è guasto.


706. L’amore guarda con certi occhiali che fan sembrare oro il rame, ricchezza la povertà, e perla la cispa.


707. L’amore non è bello se non è friccicarello.


708. L’amore, la tosse e la rogna non si possono nascondere.


709. L’apparenza inganna.


710. L’appetito vien mangiando.


711. L’asino aumenta il passo quando sente l’odore della stalla.


712. L’asino dice che il cavallo ha le orecchie più lunghe delle sue.


713. L’asino lo porta e l’asino se lo mangia.


714. L’asino sopporta il carico, ma non il sovraccarico.


715. L’asino vecchio muore nella casa del fesso.


716. L’assai basta e il troppo guasta.

717. L’avaro è come il porco, è buono solo dopo morto.


718. L’avvocato fesso va a leggere dentro al codice.


719. L’eccezione conferma la regola.


720. L’elefante che calpestò una quaglia, per rimediare si mise a covare le sue uova.


721. L’epifania tutte le feste porta via.


722. L’erba cattiva non muore mai.


723. L’erba del vicino è sempre più verde.


724. L’ho gonfiato come un pallone.


725. L’ira è una cattiva consigliera.


726. L’occasione bussa alla porta una volta sola, la tentazione si attacca al campanello.


727. L’occasione fa l’uomo ladro.


728. L’occhio del padrone ingrassa il cavallo.


729. L’ombroso ha paura della propria ombra.


730. L’ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza.



731. L’ozio è il padre dei vizi.


732. L’uccello in gabbia, o canta per rabbia o canta per amore.


733. L’uomo con la parola e il bue con le corna.


734. L’uomo è cacciatore.


735. L’uomo ordisce e la fortuna tesse.


736. L’uomo propone Dio dispone.


737. La barca cammina e la fava si cuoce.


738. La bocca è un magnifico strumento: beato chi lo sa suonare.


739. La camicia che non vuole stare con te prendila e stracciala.


740. La campana suona a morte? E a me che me ne importa?


741. La carne fa carne, il vino fa sangue, e la fatica fa gettare il sangue.


742. La chiesa è il rifugio dei peccatori.


743. La civetta. Porta bene dove guarda e male dove canta.


744. La coda è più lunga da scorticare.


745. La collera è petrosa, scende in corpo e fa pertose.


746. La confidenza è padrone della male creanza.


747. La contentezza viene dalle budella.


748. La corta è buona per il marito, la lunga per cogliere i fichi.


749. La cupidigia sfonda il sacco.


750. La donna baffuta è sempre piaciuta.

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